Per l’Italia Internet non è una risorsa

Che l’Italia non è all’avanguardia sulle nuove tecnologie e Internet, non può essere che un dato di fatto. La situazione, però, è molto più disastrosa di quanto si possa immaginare. Il commissario AGCOM Nicola D’Angelo ha fatto sapere che il nostro paese rischia di arrivare impreparato all’imminente avvento del web 3.0.

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In molte regioni italiane la banda larga è solo una chimera e molto probabilmente lo resterà dato che sono da poco stati messi in stand by 800 milioni di euro destinati alla copertura della rete Internet nei luoghi ancora sprovvisti. “È una situazione da dentro o fuori – spiega D’Angelo – bisogna sapere cogliere il valore di quello che è un fondamentale processo evolutivo totalizzante dal punto di vista antropologico”.
Insomma l’Italia è decisamente e pericolosamente indietro in fatto di connessioni alla rete.
Tant’è che molte aziende sono costrette a creare una rete Internet ad hoc proprio per la mancanza di sostegno da parte dello stato.

I Provider, sono concordi nell’affermare che dovrebbe essere il Governo a rivestire il ruolo di promotore della diffusione della banda larga. Ma è come se un cane si mordesse la coda perché in Italia manca un ministero dedicato appositamente al controllo delle telecomunicazioni. E soprattutto c’è da considerare che da quel poco che riguarda Internet di cui il governo si occupa rischia di limitare e non di favorire l’accesso alla rete (decreto Romani docet).

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