Facebook viola nuovamente i dati degli utenti chiedendoli alle banche?

Facebook viola nuovamente i dati degli utenti chiedendoli alle banche?

L’ultimo anno non è certo stato scevro di pensieri per Facebook che, dall’essere uno dei social network più utilizzati e amati al mondo si è ritrovata ad essere il titolo che in Borsa ha avuto la perdita peggiore nella storia.

A fine luglio, più esattamente giovedì 26 luglio, infatti, le azioni di Facebook in borsa sono crollate del 19 per cento, con una riduzione della capitalizzazione di 120 miliardi di dollari, la perdita più grande in un solo giorno per qualsiasi azienda nella storia degli Stati Uniti.

Senza contare che negli ultimi tre mesi Facebook ha mancato le previsioni di crescita dei ricavi e i suoi utenti sono cresciuti ancora, ma del valore minimo nella sua storia.

Ed inoltre sono stati tanti gli scandali da affrontare, primo tra tutti quello di Cambridge Analytica, che ne ha minato la stabilità (non solo economica) nel corso degli ultimi cinque mesi. I dati di 87 milioni di utenti sono finiti troppo facilmente nelle mani di una società che potrebbe averli usati a scopi elettorali.

Poche settimane fa, poi, è stato affrontato un nuovo potenziale scandalo, con la sospensione da parte di Facebook di una società di analisi chiamata Crimson Hexagon, che avrebbe avuto accesso ai post di milioni di utenti, raccogliendone per fini poco chiari oltre 1000 miliardi tra Facebook, Instagram e Twitter.

E, come se non bastasse, un nuovo scandalo ora si profila all’orizzonte.

E’ cosa risaputa che il social network ha l’obiettivo di diventare anche una piattaforma di acquisti e vendite online, ma non per questo motivo ha il diritto di violare i dati personali degli utenti.

Ed invece, secondo quanto riporta il Wall Street Journal, l’azienda avrebbe chiesto ad alcuni gruppi bancari degli Stati Uniti, di poter accedere ai dati bancari dei clienti.

Al momento non c’è nulla di ufficiale, ma il Wall Street Journal cita come origine della notizia fonti attendibili.

Secondo il giornale ,tra i dettagli richiesti a colossi finanziari come JPMorgan Chase, Wells Fargo, Citigroup e U.S. Bancorp ci sarebbero anche le transazioni con carta di credito e il controllo dei propri conti correnti online.

Un’altra parte degli accordi proposti avrebbe richiesto alle banche informazioni su dove i clienti spendono i loro soldi con le loro carte di credito e bancomat fuori dal circuito di Facebook, dove già adesso è possibile scambiare denaro attraverso Messenger .

Al momento, comunque, la trattativa tra Facebook e le banche sarebbe ancora alle prime fasi e anche se a quest’ultime sicuramente farebbe comodo favorire nuovi servizi sulla piattaforma, perché porterebbe loro nuovi clienti, la domanda a cui dar risposta è quanto questo sia etico, e soprattutto quanto sia rispettoso della privacy di milioni di persone di tutto il mondo.

Naturalmente la notizia bomba ha subito sollevato un polverone, tanto che anche lo stesso colosso è subito intervenuto per placare gli animi.

«Non usiamo i dati acquisiti dalle società bancarie per promuovere degli ad» ha detto Elizabeth Diana, direttrice delle comunicazioni del colosso di Menlo Park al Wall Street Journal, aggiungendo che «non abbiamo accordi speciali sottobanco con nessuno dei soggetti che operano nel mondo della finanza per scopi commerciali. Come altre compagnie digitali, parliamo periodicamente con le istituzioni di questo mondo per capire come migliorare l’esperienza degli utenti nelle transazioni commerciali sulla rete, come ad esempio la creazione di un miglior customer service».

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